“Mi rimane il ricordo del suo entusiasmo mentre sottolineava che trovava creativa anche la nostra competizione, e non dimenticherò con quale e quanta tecnica cercava di soffocare le mie idee per far emergere le sue“: in queste poche righe, tratte da un testo di più di cento pagine, c' è , secondo me, l' essenza del rapporto che legava Ezia Di Capua, apprezzata artista, gallerista e organizzatrice di eventi, a sua madre, Carla Gallerini, cui ha voluto dedicare, dopo la morte, la sua opera prima di scrittrice.
“La misura dell' amore“ ( bello il titolo, tratto da un aforisma di Sant' Agostino ) al di là delle apparenze, è un libro non facile: è una biografia, certo, che una figlia dedica alla propria madre , personaggio di spicco nella realtà santerenzina, animatrice di iniziative nel sociale e nel ludico del borgo marinaro, ma è soprattutto una sorta di analisi che la scrittrice compie su sé stessa, nel tentativo quasi catartico di liberarsi (in senso positivo, è ovvio) di una figura materna eccezionalmente forte. Traspare, da queste pagine, un' urgenza di fissare il ricordo della Madre ( la maiuscola non è casuale ), prima che svanisca ( no, questo sarebbe impossibile ) o che sia in qualche modo “ridimensionato” nella mente e nell' anima della figlia-scrittrice. Anzi, la figlia diviene scrittrice, quasi una seconda nascita, per ricordare la madre, che lei cita quasi sempre in terza persona, col suo nome di battesimo: Carla.
Carla è la protagonista di un' avventura umana che diviene eccezionale, proprio per il suo dipanarsi in un piccolo borgo rivierasco, al quale la Gallerini ha dedicato le proprie migliori energie, fisiche e mentali, senza risparmiarsi, in un amore incondizionato che solo chi ha forti radici può capire, e che spesso supera affetti familiari e amicali, sottraendo loro tempo e risorse.
Ezia Di Capua, artista e donna sensibile e raffinata, scrive questo libro sotto la spinta di una forte sofferenza emotiva: si sente la sincerità della scrittrice che vuole trasmettere le proprie emozioni; e il libro infatti, pur essendo dedicato soprattutto a chi conosceva la Gallerini , riesce a coinvolgere anche un più vasto pubblico.
Servendosi di una scrittura scorrevole e non banale. la Di Capua tratteggia con immediatezza bozzetti di vita paesana e personaggi: oltre a quello principale, tutto un “piccolo mondo“ che ruota attorno alla protagonista, e che la scrittrice descrive come spettatrice quasi defilata.
Per chi conosce Ezia, si sa che questo è il suo stile di vita.
Gabriella Mignani
Gabriella Mignani laureata in Scienze Politiche, è giornalista, saggista e scrittrice.
Ha lavorato presso le redazioni spezzine de “La Nazione “ e “Il Secolo XIX“ e ha all'attivo numerose pubblicazioni su riviste e periodici, tra cui un saggio su “ Il nesso che unisce Dante e Mazzini “ pubblicato da “ Il Pensiero Mazziniano “ (2006).
Ha svolto attività di ricerca per il Centro Lunigianese di Studi danteschi, e ha coordinato il Convegno sul settimo centenario della venuta di Dante in Lunigiana ( Ameglia, ottobre 2006 ).
Ha curato inoltre alcune monografie di artisti ed è uno dei critici di riferimento dell' Ucai ( Unione cattolica Artisti italiani ).
Scrittrice di narrativa e poesia, collabora con la rivista internazionale on line “ Carte allineate “, edita dal Dipartimento di Italianistica dell' Università di Dublino.
E' stata premiata e segnalata in numerosi concorsi di poesia e narrativa, e finalista al Lerici- Pea, edizione 1987.
Il suo libro di racconti “ Effetti indesiderati “ (edizioni Cinque Terre, 2010), ha partecipato alla manifestazione “Biblio Days“ di Reggio Emilia nell'ottobre 2010, ed è stato selezionato dall'Assessorato Pari Opportunità della Regione Emilia Romagna come uno dei quattro testi letterari più significativi scritti da donne nel 2010.
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