Sezione - Eventi Artistici e Culturali
PREMIO “MONTALE FUORI DI CASA” ANNO 2015 XVIII EDIZIONE
24 LUGLIO 2015 ORE 21.00 CENTRALE ENEL
- Assegnazione Premio Montale Fuori di Casa 2015
– Sezione Collaterale Ligure –
a Donatella Zanello:
|
MOTIVAZIONE:
“Per una Poesia che del Viaggio, reale o metaforico, ha fatto il tema centrale
della sua ricerca poetica. Viaggio nello spazio, viaggio nel tempo e dentro se
stessa, alla ricerca di un filo da riannodare, di una verità, pur se dolorosa,
da raggiungere. Come mirabilmente è stato scritto: Non sono pagine ma vele,
salpano dal golfo di Lerici ed approdano al confine delle terre Provenzali.
Nelle sue poesie su Liguria e Provenza il potente respiro del mare è
onnipresente, così come lo è la dolorosa meditazione sul senso ultimo della
vita. Non pensiamo di sbagliare nell’affermare che la poesia della Zanello si
svolge nella grande tradizione della linea ligure, da Sbarbaro a Montale.
Lieve passammo
il confine, scrive l’autrice e lieve veramente è la sua poesia, che talora si
risolve in idillio, visione che coinvolge insieme paesaggio e anima; lievi non
sono però le domande che ci si pone, sul senso della vita e sul destino
dell’Uomo.”
PRESENTAZIONE di
Giosanna Pigoni:
“ Il Poeta
oggi diventa l’essenziale decifratore di un mondo incomprensibile, fuori dal
caos e dalla disumanizzazione. Al termine di questa interessante stagione del
Premio Montale non poteva che esserci la Poesia e con una poetessa del valore di Donatella
Zanello che ci disseta con un provvidenziale zampillo di acqua fresca, con una
vitale boccata di ossigeno in tanto squallore dello spirito.
Le sue poesie
– scrive Cristiano Mazzanti – “non sono pagine ma vele”:
ascoltate la
melodia, il soffio astratto che percorre questa poesia:
Lieve passammo il confine
Lieve passammo il confine,
linea astratta d’ombra e di luce,
nel verde dei giardini
-
nel colore del mare mutevole –
era la Francia , con le serre
lucenti
sospese come
specchi
al riflesso
del cielo.
Vedemmo
colline intere
di rose e
lavanda.
Era la vita
che ci univa
eternamente
nel suo abbraccio.
(da “Poesie Provenzali”)
Emozionanti
immagini cristallizzate in una visione che abbraccia terra, mare e cielo….. Che
cos’è la Poesia ?
Fin dall’antichità hanno dibattuto fior di poeti ed intellettuali per
definirla. Dal greco “poiesis” – creazione ….ma creazione di cosa?
Bella la
definizione di Unamuno: “eterizzazione di ciò che è momentaneo”.
Baudelaire,
così amato dalla nostra artista, tanto da essere citato nella seconda pagina di
“Poesie Provenzali”: “Nous fuirons sans repos ni trèves vers le paradis de mes
rèves” ci dice che la vita è una foresta di simboli e il poeta ha il compito di
svelare le verità celate nel profondo ma la definizione più calzante per queste
commoventi liriche è quella di Ungaretti: “Il miracolo della poesia non sta nel
linguaggio ma nella tensione che lo anima.”
Questo
miracolo fa la Zanello ,
che partendo da una geografia vera…Lerici, Portovenere, le coste Liguri, la Provenza ed il mare,
ovunque ci conduce in orizzonti infiniti, fuori dallo spazio e dal tempo…..
questa meravigliosa ossessione del mare è presente in gran parte delle sue
liriche.
Il colore del
mare è azzurro. E cos’è l’Azzurro? Non è forse quel Azur che in francese
definisce poeticamente proprio l’infinito, il cielo, il mistero?
La ricerca
della nostra poetessa tuttavia va oltre il mare.
Il mare è il
forte simbolo del viaggio della sua anima inquieta, un’anima come lei stessa
confessa “straniera ovunque”. Questa “estraneità” che separa il poeta dal mondo
non è un sentimento di indifferenza ma di sofferenza… pensiamo a Camus, allo
stesso Moravia…al contrario è motivo di razionale riappropriazione del vivere
che la Zanello
fa offrendoci questi idilli che sono le sue liriche, veri e propri “scrigni di
visione” nel senso letterale del termine….
Le coste
colorate dal cielo e dal mare, Nizza “bianca accecante di strade/che portano al
mare”….”l’orizzonte di luminose onde/antico” ….”fiori e farfalle/nel vento”
della Provenza, scivolano davanti ai nostri occhi provocando emozioni e
riflessioni profonde.
Maria
Da mattino a
sera nei campi,
a seminare, ad
accarezzare
la madre
terra.
Maria,
semplicità di un nome
e una bellezza
che a
settant’anni
mai non
tramonta,
fascino di
gitana
e musica di
violini,
dal Sud della
Francia.
Sorella amata
del padre che ho
perduto,
che vivi,
libera
come nessuno è
più
nel frastuono
del mondo,
su questa
collina aspra,
al limite di
cielo e vento.
(da “Il
tempo immutabile”)
“Stamane al
risveglio il cielo era così lieve / e così doloroso / il peso della vita nel
corpo” (da “Passiflora”) ed ancora :
“Lavare via/
questa stanchezza / che pesa / come un mantello / avvelenato”
(“Poesie Provenzali”)
Questo limite
del corpo che appesantisce sulla terra ci riporta ancora al grande Baudelaire (“Albatros”).
Pensiamo ai
titoli delle raccolte: “La Sognatrice ”, “La donna di pietra”, “Polvere di
primavera”, “Passiflora”, “Il tempo immutabile”, “Poesie Provenzali”,
“Labirinti”, “Il colore del mare”: sono essi stessi evocativi di una malinconia
dell’essere, di quel male di vivere di ottocentesca memoria, che nella Zanello
si esprime con una sensibilità molto moderna e vicina al nostro sentire: il senso di una precarietà del vivere, della
rapidità del viaggio della vita che rende il tutto un nulla….il contrasto fra la
bellezza del pianeta e la stupidità umana che non ne ha consapevolezza….. il
luogo della vita è luogo della parola e la parola scritta la poetessa la sente
infine impari a svelare la
Verità …. Estenuante è il compito che è dato al Poeta …
“Le mie parole
sono pietruzze sulla spiaggia /granelli di sabbia / aspetto che l’amaro tempo /
si porti via / tutto quello che ho e che sono.”
“E’ così
atroce la Bellezza ”.
Queste
liriche, così essenziali, levigate, profumate dal mare e dal cielo e dal creato
tutto, nella loro apparente semplicità rimandano a significati forti, al
mistero più profondo dell’essere.
Le liriche
della Zanello sembrano vibrare nello spazio ma sono invece ben radicate alla
realtà del vivere… pensiamo alle poesie dove è spesso presente l’amore per il
suo uomo, per le figlie, per la madre ed il padre, per il nonno mitico
navigante pescatore per il quale “La memoria è diventata poesia” (“Il colore del mare”).
Il lessico è
solo apparentemente semplice, sfrondato com’è da ogni sovrabbondanza lirica ma
ha ilpotere di farci riflettere sull’infinita pochezza dell’uomo di fronte
all’infinita grandezza dell’universo….subiamo l’incanto della parola che
rasenta il mistero. C’è forte quell’implacabile ed inesorabile passare del
tempo, quel divenire insensato delle cose, quello spazio che si vorrebbe
racchiudere nella casa sul mare, anche se, dice la poetessa:
“la mia casa è
ovunque
ora che mi
sento di appartenere
all’universo.”
(da “Poesie Provenzali”)
La capacità
dell’artista è tutta in questo tenerci in tensione creando un pathos tra lei ed
il creato e noi….un tramite.
Liriche che
sono quadri, pitture dilatate, tanto da poter dire con Orazio:
“Ut pictura
poesis”.
Come il Poeta
sentiamo forte la presenza della vita e della morte una nell’altra, nella
grande bellezza di un universo che si ricrea incessantemente.
Distanza
Stasera grande
è la distanza
tra me e
coloro che ho amato.
Visioni e
ricordi scendono
sul declivio
della collina.
Così si
allontanano
gli amati
giorni
della rabbiosa
giovinezza.
Lungo il
sentiero di San Lorenzo
le pietre arroventate
dell’estate
gridano la
polvere dei secoli
ed ogni storia
si confonde
con il canto
monotono delle cicale.
Questo è
l’orto degli ulivi
che somiglia a
tanti altri luoghi.
Il mondo è
così piccolo
per le nostre
anime,
per le nostre
lune piene.
Era facile,
negli anni giovani,
confondere
realtà e fantasia,
nel magico
specchio delle acque.
Ora rimbomba
alle orecchie
il furioso
abbaiare dei cani,
dal basso, dal
fondo della valle.
Nella nebbia
del tramonto
affondano le
sopite passioni.
(da “Il tempo immutabile”)
Tra razionale
ed irrazionale insiti nella condizione
umana l’artista cerca una via di fuga attraverso una realtà superiore – la Poesia – salvifica rispetto
ad una realtà insopportabile.
Termino con
una citazione di Hermann Hesse: “Spesso ho tentato la strada per la tremenda
realtà dove hanno valore mode, assessori, leggi, denaro, ma solitario mi sono involato deluso e
liberato là dove follia beata zampilla. Questa follia è la Poesia , mondo di nostalgia
pazza di cui sono schiavo eternamente.”
Giosanna Pigoni
Giosanna Pigoni è docente di lingue e
letterature francese e spagnola ed è membro di Giuria del Premio Montale Fuori
di Casa.
Nella fotografia della cerimonia di Premiazione presso la Centrale Enel della
Spezia: Donatella Zanello, Giosanna Pigoni, Adriana Beverini
Presidente del Premio Montale,
Donatella Zanello
Potrebbe interessarti anche: clicca sul link per leggere
http://salacargia.blogspot.it/search?q=premio+montale+fuori+di+casa
EDC
Potrebbe interessarti anche: clicca sul link per leggere
http://salacargia.blogspot.it/search?q=premio+montale+fuori+di+casa
EDC
Nessun commento:
Posta un commento