“ Figurativo e informale,
espressione di due artisti ”- Sala CarGia’ 22 Giugno ore 17:00
Doppia personale di pittura di Guido Barbagli e Marina Passaro
L'artista
ama la bellezza e sa che esse è
irrangiungibile;
ama il frammento di sua
bellezza
e si rende conto della distanza
della opera dalla perfezione
infinita.
La
mostra di Guido e Marina, artisti.
Entrambi
degli anni Cinquanta (1948 per Guido, 1955 per Marina): l’uno “autodidatta” – è
qualifica personale –
l’altra, apprendista alla scuola di Alessia Zamanof da
cui impara l’uso dei colori (acrilico doratura decorazione). Il titolo della
mostra Figurativo e informale,
espressione di due artisti. Guido parla della sua avventura nel mondo –
avventura per ogni artista – iniziando dalla mimesis all’ombra dei grandi maestri (Caravaggio, Mantenga, fino
ai Macchiaoli). Notiamo già in Guido la qualifica della pittura a contatto
della natura, e quindi naturalistica, ossia figurativa, reale e realistica. E’
da qualche anno presidente dell’Associazione San Martino di Durasca, promotore
di incontri d’arte in Liguria e Lunigiana. Ha appreso dall’artista Marisa
Marino a comporre opere di pittura, in cui è presente “amore ed emozione”
(amore, dice la Marino, che trasmette con evidente forza emotiva). Vince negli
anni 2007 e 2008 il secondo e il terzo premio nel concorso “Estate a Tramonti”.
In Guido Barbagli, a parte l’autodidattismo (che è manifestazione di precise
qualità pittoriche), c’è da ammirare non solo l’emergere di tali qualità, ma
la naturalezza e la acquisita saggezza.
I colori hanno senso e palesano una vena poetica antica. Non a caso l’artista
Guido è un figurativo naturalista. Appunto, l' “avventura nel mondo
dell’arte”, secondo il realismo classico, è inesauribile. Nel 2012 nella
Fortezza Firmafede (Sarzana) partecipa a una mostra collettiva; nel mese di luglio, a San Terenzo-Parco
Shelley, prende parte alla estemporanea, organizzata e proposta da Ezia Di
Capua, direttrice di Sala Cargià. A Follo, nella sala polivalente, c’è il dono
di un suo dipinto, insieme a quelli di altri cinque artisti. Egli si sta
preparando a una personale al Palazzo Minacci Solaini, a Volterra.
Marina
è con Guido l’altra faccia della esperienza artistica.
Secondo
il titolo ora ricordato. Se è pittrice “en plein air”, l’avvicinamento a Guido
è o sarebbe più che spontaneo. La sua esperienza inizia con le “Icone”,
secondo la tecnica della tempera all’uovo. Ha impiegato varie tecniche - olio
acquerello incisione – dimostrandosi capace e versatile. E’ socia del circolo
culturale San Martino di Durasca, a Follo. Le artiste Mirella Raggi e Marisa
Marino le hanno dato lezioni nel 2005-2007 nei corsi “Espressione e arte”,
subito applicate nella pratica di olio, acquerello, disegno e incisione. Dal
2006 è alla scuola del pittore Rodolfo Codeglia, da cui apprende il disegno e
la prospettiva. E’ il momendo di avvicinamento di Marina alla natura. I dipinti
di Marina sono in Toscana e in Liguria, e alcuni adornano gli edifici del
Comune di Follo. Collabora con il circolo
“La Luce” e partecipa attivamente agli “Artisti del Borgo”, a Carrara. E’
attiva anche nell’associazione UCAI della Spezia. Infine, si presta per lezioni
di approfondimento di tecniche pittoriche nei vari centro sociali della città
dove vive e lavora. Recentemente ha dimostrato interesse per la pittura
informale. Di cui subito diremo.
Cominciamo
con “Fantasia cromatica”.
Si
tratta di tre campiture, ma quella centrale interessa per la composizione
armoniosa di verde-rosso-giallo con linee di arancione. Passiamo a “Fantasia
cromatica in grigio”, gioconda visione. Segue una terza fantasia di colori
caldi, con variazione di giallo e ocra. Passiamo alle figure: compare la
donna, con interni domestici; fanno spicco il grigio e il carneo, con lieve
sensualità. Altra figura femminile, in bianco degradante nel grigio, su sfondo
frastagliato. E per finire, c’è la figura di un clown (con venature comiche): i
colori sono assemblati. I dipinti di Marina spaziano nel fantastico, come del
resto osserviamo in alcuni lavori di nature silenti, in cui la bellezza e il
fascino dell’artista ricreano una natura organica coloristicamente, piacevoli
alla visione.
Per
Guido osserviamo questi dipinti, in cui c'è l'orma di un'armonia cercata e solo
in parte posseduta. La “sfilata in bicicletta” rende bene l'emozione del
pittore che associa alla bicicletta il fascino femminile, come se il mezzo
meccanico e le tre donne che lo usano, siano discese dall'olimpo. Ci conquista
il cromatismo organico e vivace, impiegato dall'artista, più e meglio di un
commento critico. “Volto di donna”, giocato interamente sull’ocra e la luce
riflessa; “Nudo femminile” con un uomo che guarda (magari dal terrazzo di
casa). “L’osservatore curioso”: si notano le tre campiture, quadro 1, uomo
2, sfondo 3. In “L’uomo e la meraviglia”,
il quadro è in fondo, in primo piano c’è l’uomo in grigio. “La grazia
femminile”: la donna è succinta, sullo sfondo acqua e acque. Infine, “Il
gruppo”, tutti nudi o quasi, anche il bambino, nella grotta. Notiamo gli
azzurri e l’ocra. Nell’insieme siamo di fronte a una matura composizione
dell’artista. Barbagli è un artista istintivo, sa cogliere dalla natura stimoli
convincenti che dicono la infinita potenza di natura e di arte. Procede per
campiture, i colori sono caldi spesso – il gioco di luce e di gialli – ed egli
sa immedesimarsi di emozioni nuove, di intuizioni – perché la pittura vuole
prima essere vista, il commento segue poi. Al momento io so che il pittore
scegliendo il figurativo si avvicina ai fenomeni della natura, e li rappresenta
nel vero – perché il mondo di Guido non è solo pieno di avventura, ma respira
la forza di una divinità che entra in campo e aiuta nell’incanto della ricerca.
Prof. G.L. Coluccia
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