La Galleria Cargià di S.Terenzo non smentisce il suo ottimo procedere nell'informare per Arte i visitatori.
Ecco che ora possiamo vedere e ammirare, credo proprio che sia la parola giusta, le opere di Neddi Gianrossi , una poetessa della pittura una vera pittrice tutta poesia.
Neddi non fa mistero della sua bravura ma, non perchè lo dice lei ma perchè lo diciamo noi osservatori che non possiamo non estasiarci davanti ai suoi compiti.
Eh si! Perchè l'artista è sempre alunno di sè stesso davanti alla tela bianca e immacolata che non aspetta altro che la prima pennellata come l'architetto la prima pietra del suo progetto.
Davanti a questi quadri di Neddi non possiamo guardare a altri, ricordare altri. L'Accademia, Neddi lì si è diplomata, Roma, gli antichi sono unificati si può dire in un solo ente negativo che diventa simbolo dell'Arte ma solo di quella precedente, di altri insomma, di quel neo classicismo proclamato dal Wilkelman e che Neddi bene conosce e non come proclamazione ma per bravura sia segnica come estetica.
Ora siamo davanti a pseudo astrazioni che fanno della bellezza autonoma simbolo.
Dico pseudo perchè vere e proprie astrazione non le sono e se lo fossero non mi sognerei nemmeno di chiedere a Neddi una figurazione tradizionale perchè per mia diretta visione so che la natura di ogni tipo si compiace ancor oggi dell'ieri pittorico della nostra brava artista.
Neddi ora è come Michelangelo per i suoi schiavi, alla mercè del non finito; lei si sente quasi autorizzata a creare nelle sue azzurre forme l'infinitizzazione, è un Neologismo? del finito.
Friedrich aveva fatto la stessa cosa e Neddi è sulla stessa via e poichè non può distaccarsi completamente dal rapporto che tiene con la natura compie o si è tenuta a compiere il contrastante astrattivo nella sua pittura vuoi di figura vuoi di paesaggio.
Ed è proprio in questa fattispecie pittorica che Neddi rivela il suo essere grande. Occorre dire che la figura umana è l'oggetto supremo e più perfetto di un disegno pittorico e il paesaggio è solo schematizzante.
Intendo dire che la figura più è perfetta più si allaccia al positivismo greco, attico o ellenico che sia, e anche attraverso la sua astrazione Neddi rivela la positività dei suoi rapporti.
Il paesaggio è altalenante; mi disse un giorno l'amico, ex mio professore di figura, privato, Gino Bellani, e sono sue parole: vedo un albero a destra? Lo dipingo a sinistra
se nel mio paesaggio è più stimolante.
Nel suo paesaggio, beninteso; la natura dipinge da sempre, senza problemi di sorta, e la pittura di Neddi è radice di ogni più profonda idea romantica.
Non sono resti però di una tradizione drammatica e agonica, ne sono resti di documenti poetici avvolti nella FEERIE, nella magia e nel mistero.
Sono verità lapalissiani distesi però con la giusta mira di invenzione e determinati sentimenti del cuore.
Neddi ama dipingere e la sua pittura non è mai agitata o nevrotica che dir si voglia, non c'è principio di contraddizione e ciò è emblema romantico
o essenza del romanticismo. Ma Neddi è romantica in una maniera più moderna, più affine al suo carattere docile e volitivo a un tempo e questo suo afflato è continuamente presente nella sua opera , è l'essenza della contemplazione che realizza l'armonia del mondo, l'aspirazione suprema di un'anima che vuol essere cromaticamente romantica.
Luigi Coluccia ha espresso il suo sentire e ci racconta ora della pittura di Neddi Gianrossi (sic).
Bene il Prof. Coluccia. Anche Neddi ci ha rivelato il suo sentire e con semplici parole ci informa di questo suo abbraccio con la pittura.
Sentiamo quanto ci ha detto a conclusione di questo mio documento che non può che amplificare quelli che sono e saranno, come sono stati, i momenti magici della Galleria Cargià di Carla Gallerini santerenzina.
Ezia DiCapua, figlia di Carla ce ne suggerisce ancora per continuare questa inarrestabile magia.
Prof.Franco Ortis
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