Facile perché è pervasa, come persona e come artista, delle stesse norme fondamentali, non negoziabili direbbero i politici, che sono nel mio dna di uomo e di cittadino; piacevole perché, finalmente, ho trovato un’altra artista che nel sentire interiore, etico e religioso, ne fa opera di studio e di divulgazione.
I soggetti delle tele di Lucia tendono a farci riscoprire la dimensione spirituale accompagnandoci alla riflessione serena sul trascendente, sul creato e sulla sua bellezza, ma pure su chi quella bellezza ha ideato e creato.
Sembra facile, ma è un impegno che presuppone una convinzione personale aldilà di ogni ragionevole dubbio; è una iniziativa e una strada certamente praticabili, ma che presuppongono grande perseveranza.
Proprio per questo Lucia si rifà all’arte antica, anche nella preparazione delle tele o tavole (colla di coniglio e gesso di Bologna) e dei colori ricavati dall’uso di terre speciali mescolate con l’uovo: niente tubetti di colori già pronti, niente tele o tavole predisposte e quindi ulteriore fatica con ricerca e rispetto delle antiche regole dei maestri della pittura.
E dell’arte sacra, usata come strumento di avvicinamento al trascendente, all’essere supremo, alla bellezza assoluta, Lucia Della Scala ha raccolto anche la funzione didattica.
L’arte sacra antica in un periodo in cui la maggioranza dei cittadini era analfabeta, doveva anche insegnare, dare precise nozioni così da rendere fruibile ed accettabile il soggetto e il messaggio rappresentato.
A questo proposito basti ricordare la cappella Sistina con una successione di eventi che fa comprendere la realtà del giudizio.
Allo stesso modo nella chiesa di Assisi la rappresentazione storica della vita del Poverello ci fa meglio capire la grandezza e l’attualità dei San Francesco.
È stato ed è un impegno, quello di Lucia, che viene svolto con serietà ed efficacia sia perché credente e quindi informata che per aver assorbito lo spirito pittorico dei maestri del passato.
Lucia si è diplomata ad indirizzo contabile, ma il grande sogno di dipingere si è realizzato molto più tardi, manifestando decisione ed impegno, infatti:
1) Frequenta il corso di pittura del maestro sarzanese Piero Colombani;
2) Si iscrive e consegue il diploma di iconografia del maestro Andrea Trebbi, rilasciato dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Nicolò Stenone” di Pisa, nel 2001;
3) Si iscrive e si diploma presso il Liceo Artistico di Carrara, nel 2004;
4) Si iscrive e si diploma in “Discipline Pittoriche” presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara nel 2007;
5) Consegue, nel 2009, l’abilitazione all’insegnamento di “Discipline Pittoriche”;
6) Partecipa al Master di Arte Sacra Contemporanea presso la Fondazione Stauros italiana ONLUS: museo Stauros d’arte sacra contemporanea in San Gabriele – Isola del Gran Sasso (TE), nel 2009;
7) Partecipa al Master di Arte Sacra a Foligno – Scopoli sulla figura di San Benedetto da Norcia, nel 2010.
Fin qui la formazione con un forte impegno e conseguendo diplomi di grande valore, in ambito nazionale.
Ora passiamo alle opere realizzate e alle mostre personali o collettive a cui ha partecipato:
1) “Le Stazioni della Via Crucis” per la chiesa della Filanda di Aulla (MS): 15 tavole 45 x 55 con la successione dei tempi della passione, crocifissione, morte e resurrezione di Gesù;
2) “Icona di San Nicola di Bari” 100 x 150 per la Chiesa di Varano, comune di Licciana Nardi (MS);
3) Mostra Personale “Rappresentiamo il trascendente – quadri e icone-“ al castello di Terrarossa (MS);
4) Mostra personale “ L’arte e la fede ( icone e altri dipinti)”, museo di San Caprasio di Aulla (MS);
5) Mostra personale “Il mondo l’uomo e la fede” Sala del Consiglio Comunale di Tresana (MS);
6) Mostra personale “Comunicare con Dio, comunicare di Dio con l’arte” Monti di Licciana Nardi (MS);
7) Mostra collettiva “ Paesaggi di Lunigiana” Serricciolo (MS);
8) Collettiva “Concorso di pittura Sant’Anna” Forno di Massa;
9) Mostra collettiva “Festa ecumenica della Bibbia” (Chiese cristiane di La Spezia) presso il museo diocesano di La Spezia;
10) Mostra collettiva “ Come nasce un’opera d’arte” , a Piana Battola e a Follo (SP);
11) Mostra collettiva in Villafranca in Lunigiana (MS), luglio 2011.
Conosciuta la formazione particolare, anche oltre le scuole statali, conosciuto il suo agire e il proporsi, vien da pensare che Lucia sia controcorrente, sia fuori da una comune prassi consolidata.
Vien da pensare, ma non è così: le scuole hanno affinato il sentire, la poeticità insita nell’estro creativo,ma l’agire per avvicinare l’uomo a Dio e Dio all’uomo è una scelta, sia di vita che di esperienza d’arte.
Tutto questo perché Lucia nota nel mondo attuale la ricerca del potere, del successo, del denaro relegando in un angolo i valori fondamentali che devono invece presiedere alla vita singola e collettiva de ll’uomo.
Sembra, cioè, che “i valori non negoziabili” non esistano più o non abbiano cittadinanza negli uomini e nel mondo moderno.
Non è così, ci fa capire Lucia: se oggi c’è una eclissi di questi valori è una eclissi parziale e quindi presto superabile con l’impegno e la volontà di tutti:
Basti pensare che la Comunità Europea non ha saputo inserire nella sua costituzione che la nostra essenza è cristiana o giudaico cristiana.
Eclissi parziale, perché c’è già l’impegno di molti stati aderenti per inserire e vedere riconosciute le nostre vere origini.
In questo sforzo di far comprendere come ancora oggi siano vivi e necessari gli insegnamenti e i messaggi non solo della Chiesa ma pure dei valori che l’uomo ha da sempre scritti nel cuore oltre che nei comandamenti, è presente Lucia con la sua opera viva e partecipata, che raccoglie consensi.
Riproponendo e rielaborando immagini sacre antiche e icone quali quelle della Madonna, l’artista ci fa rivivere atteggiamenti antichi ma permeati di tanta attualità e di un alto senso di serenità e pace.
E’ facile, infatti, immaginare una icona sulla scrivania o sul comodino e convenire quale senso di tranquillità ci trasfonde nei momenti diversi della nostra vita, singola o di relazione.
Ma l’opera di Lucia che mi ha colpito di più per aver svolto quel compito didattico di insegnamento attuale è LA CROCE. Nella Croce non c’è Gesù inchiodato ma un Gesù sopra l’azzurro dell’acqua che dice agli apostoli: “Vi farò pescatori di uomini”, con tutto quello che consegue per gli apostoli, in questa missione.
Ma L’artista Lucia non si ferma qui, ci vuole dimostrare, ci vuole insegnare che gli insegnamenti di Gesù sono eterni e quindi sempre validi ed attuali.
Infatti osserviamo che nella croce, ai lati del braccio trasversale sono raffigurati Madre Teresa di Calcutta e Padre Pio, mentre in basso sono raffigurati i coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, uomini e donne modernissimi, dei nostri giorni, assunti alla gloria degli altari pur essendo umili, semplici, a volte incompresi, ma sempre fedeli agli insegnamenti della Chiesa, vivendo secondo le regole e i valori non negoziabili, al servizio degli ultimi e con gli ultimi.
Questa è Lucia, l’artista Lucia, la credente Lucia che ci fa rimanere attenti e maggiormente disposti a credere e a proseguire nel nostro agire secondo gli insegnamenti dei nostri padri e della chiesa.
Questo io ho colto nell’opera di Lucia, dell’artista Lucia.
Voglio dire, cioè, che tutti gli artisti nel proporre un paesaggio, la natura e l’uomo nel loro vario modo di presentarsi descrivono la bellezza del creato e di conversa il creatore, ma Lucia è più precisa e profonda: dallo stile antico, al colore lavorato con pigmenti naturali, tutto ci riporta alla capacità dell’uomo, alla sua immagine e somiglianza col creatore che ci ha donato specifiche ed importanti capacità.
Mi auguro, Lucia, di aver capito o interpretato bene la sua arte e il suo impegno anche religioso nel rapportarsi col segno e col colore e, ripeto, se io fossi pittore gradirei cimentarmi anche e soprattutto nell’arte sacra.
Nella mia attività di organizzatore di eventi culturali/pittorici ricordo di aver donato alla mia chiesa Parrocchiale di Isola di Ortonovo, in tempi diversi, una casula (per celebrare la messa) con sul petto raffigurata la Madonna Ausiliatrice, realizzata dal pittore Franco Sarzani, il “Battesimo di Gesù” e la “Ressurrezione”, quadri di grandi dimensioni (mt 3x4) realizzati dal pittore spezzino Plastina Francesco, che presto mi consegnerà “Gesù fra i bambini” realizzato per la chiesa parrocchiale di Fossola, paese in cui ho insegnato per 36 anni consecutivi.
Tutto questo perché anche se non appare, possiamo notare nel mondo attuale un desiderio di Dio e dell’eterno, una nostalgia di Dio che spinge molti dei nostri giovani a essere presenti e decisamente positivi nelle organizzazioni ONLUS di volontariato, cioè impegnati senza attendersi alcuna ricompensa, nel desiderio di essere di aiuto degli ultimi, di chi ha bisogno.
Se questo succede, e succede molto spesso, non fa clamore perché è nella normalità di secoli di storia, mentre l’eventuale male o le trasgressioni commessi magari da pochi giovani sono visti come male collettivo e, dai media, purtroppo, vengono pompati e reclamizzati, screditando tutti ed ognuno di noi.
Perciò ben venga Lucia e ben vengano altri artisti che cercano e si sforzano di far comprendere, realizzare e propagandare il bene, la collaborazione, la fraternità e l’amore per il prossimo, uomo da amare come noi stessi.
Grazie dell’attenzione e auguro a tutti voi una buona ed attenta visione delle opere che Lucia Della Scala ci propone quest’oggi presso la sala CarGià della signora Ezia, qui in San Terenzo di Lerici.
Mario Orlandi
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