giovedì 8 agosto 2019

CORO LIRICO LA SPEZIA - SUONI DAL GOLFO Gran Gala di apertura 10 AGOSTO  Piazza Brusacà, San Terenzo - FOTO DI LUCA BINI

Sala Culturale CarGià - Promozione Artistica 2019
Sezione CORO LIRICO LA SPEZIA
IL DIRETTORE MARCIANO' CON L'ORCHESTRA EXELLENCE

SAN TERENZO ORE 21:00 |
Musiche del film pluri-premiato Cafarnao, 
alla presenza del compositore e pianista Khaled Mouzanar e della regista Nadine Labaki.
Mario Stefano Pietrodarchi, bandoneon
Gianluca Marcianò, direttore
Orchestra Excellence 

L'apertura del Festival sarà nella rinnovata piazza Brusacà, a San Terenzo che, ha reso entusiasta il musicista. come spiegato da Marcianò: La cosa bellissima di questo Festival è potersi esibire in location così belle, ispirati dal mare e dai due Castelli".
Confermato il concerto di apertura con la partecipazione del compositore e pianista Khaled Mouzanar e del bandoneista Mario Stefano Pietrodarchi su musiche del film "Cafarno", a seguire la soprano Venera Gimadieva, il musicattore Luigi Maio che proporrà il progetto "In viaggio con Rossini e Paganini", oltre alla violoncellista Miriam Prandi, i violinisti Sergej Krylov e Anna Tifu, il pianista Vitaly Pisarenko e molti altri.
 "La cosa importante da sottolineare è che Suoni dal Golfo non è esibizione fine a sè stessa, ma produzione", ha conlcuso soddisfatto Marcianò.
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FOTO DI LUCA BINI



















Un Film della regista libanese Nadine Labaki ha vinto a Cannes il premio della giuria, arrivando alla nomination all’Oscar e ai Golden Globe come migliore film straniero
LA TRAMA – Un bambino vive in strada, nella Libano dei quartieri più poveri, citando in giudizio i genitori per averlo messo al mondo, senza avere i mezzi per farlo crescere degnamente. Non conosce la sua data di nascita e non sa quale sia la sua età; è in prigione per aver accoltellato un uomo e deve scontare una pena di cinque anni di reclusione. Cafarnao significa pasticcio, confusione, ma rimanda anche alla città della Galilea dove Cristo iniziò la sua predicazione e comprende in sé tutti i temi che la regista voleva trattare nel film: infanzia negata, immigrazione clandestina, povertà, difficoltà burocratiche. Un racconto la cui universalità è lampante nell’avvicendarsi sullo schermo di figure di varie etnie e che hanno la povertà come minimo comun denominatore.
L’IMPEGNO – Il film, ambientato in Libano, racconta il dramma dei bambini cresciuti in situazioni di estremo degrado e indigenza e sottoposti a maltrattamenti di ogni genere. Zain, il protagonista del film, è un profugo siriano che ora vive in Norvegia insieme alla famiglia, grazie all’agenzia per i rifugiati dell’ONU. Per la prima volta va a scuola, con i fratelli e le sorelle, e questo rappresenta sicuramente il maggior successo del film, come anche la creazione di una fondazione per aiutare le famiglie a lasciare la strada e sopravvivere dignitosamente.
IL MESSAGGIO – A tratti documentaristico, il film è girato in buona parte con la camera a mano e ad altezza di bambino, in modo da rendere palpabile il proverbio indiano “prima di giudicare un uomo, cammina per tre lune nelle sue scarpe”. Il film ha suscitato un acceso dibattito in Libano e anche la critica si è divisa tra chi ha apprezzato il fatto che siano stati trattati temi importanti in modo non retorico e chi, invece, ha accusato la regista di aver cavalcato in modo ricattatorio l’emotività suscitata dalle tematiche trattate. Onestamente “Cafarnao” non sembra essere permeato di retorica compiaciuta, è semmai un miscuglio di tenerezza e disumanità che poggia su questioni come il maltrattamento infantile, l’abuso sui minori e l’infanzia negata caratteristica delle periferie del mondo.

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