Sezione - CORO LIRICO LA SPEZIA
Opera di Erik Saglia |
La ricerca di Erik Saglia da una
parte è legata alla tradizione artistica italiana della seconda metà del
Novecento, dall’altra la supera e per certi versi la rinnova. La metodicità con
cui si dedica alla costruzione della superficie dei suoi lavori è bilanciata
dalla leggerezza dei segni sottostanti, leggeri camouflage realizzati con
vernici spray. C’è anche qualcosa di tipicamente torinese nei suoi
lavori, forse nelle griglie che ricordano in modo diretto la struttura
topografica della città, le sue vie che si intersecano immancabilmente ad
angolo retto, la struttura rigida a cardo e decumano che filtra e maschera i
suoi mille movimenti sotterranei.
Erik Saglia realizza le scene di “Macbeth”, opera su musica di
Giuseppe Verdi che andrà in scena in scena
sabato 22 aprile, al Teatro Civico della Spezia, mi ha concesso in
esclusiva per Sala Culturale CarGià l’intervista di seguito pubblicata che
verrà estesa solo parzialmente ai quotidiani on line.
Lo ringrazio moltissimo per la sua amicizia, e contraccambiando stima e simpatia la saluto caramente anche a nome di tutti i
lettori.
Ezia Di Capua
Erik sei un
pittore, nelle tue opere apprezziamo un
lavoro basato sull’iterazione di gesti precisi e calcolati, la conoscenza dei
materiali data dall’esperienza e una buona concentrazione.
Solitamente
utilizzi “griglie”, nastro adesivo, vernici spray. Come possiamo immaginare le
scene dell’opera Macbeth?.
Le scene
realizzate per il Macbeth sono dei moduli componibili che si muoveranno,
fluttueranno e abiteranno il palcoscenico, ridisegnandolo e ridefinendolo ogni
volta. Il Macbeth è un’ opera molto complessa, quattro atti con almeno due cambi
scena per ogni atto. Questo mi ha portato a pensare e immaginare la scenografia
come un’ entità viva, in continuo movimento, che possa costruirsi e
decostruirsi creando sempre composizioni diverse che interagiscano con lo
spettacolo e con i cantanti. Le scene dovranno sorprendere e far spaziare la
mente del pubblico. Vorrei che venissero percepite come intuizioni.
Ci vuoi
parlare del tuo modo di fare arte e dell’incontro della stessa con il
palcoscenico?
Tendenzialemente,
nel mio lavoro le opere sono a gruppi o a serie, e hanno tra loro una forte
comunanza formale compositiva, priva di narrazione. Mi è capitato di dover
realizzare mostre nelle quali c’era bisogno di creare una costante tensione tra
le opere e lo spazio, per realizzare un'unica opera che potesse essere vissuta
come un’ esperienza, come una pausa meditativa dal pubblico.
L’ incontro
con il palcoscenico è stato differente, ogni scena è un quadro diverso non
appartenente alla stessa serie, che si differenzia dal precedente per necessità
narrative, mantenendo comunque una propria tensione e una propria composizione.
Sto vivendo
la scenografia come un mio quadro, mi avvicino, ci entro dentro, disegno,
cancello, costruisco, decostruisco, mi allontano, guardo e ritorno dentro, fino a quando tutto non è
bilanciato e coerente.
C’è un
artista al quale ti ispiri?
No, non credo
molto nell’ ispirazione, preferisco creare esercizi di ammirazione che possano
alimentare il mio fare e il mio lavoro.
Che cosa
pensi dell’arte oggi ? Che cosa significa per te fare arte?
Ti risponderò
con una citazione di Jannis Kounellis che rispose alla stessa domanda cosi :
‘’la mattina è una cosa, il pomeriggio al tramonto è completamente diversa.’’
Per me vuol
dire alzarmi la mattina presto con delle domande e andare a dormire con delle
altre domande.
Quale valore
ha nella tua vita l’arte e quali obiettivi vuoi raggiungere?
L’ arte
è sempre presente nella mia vita, è un
‘’lavoro’’ 24 ore su 24 . Mi sento molto fortunato a poter fare tutti i giorni
quello che desideravo da bambino e che mi piace fare. Questo è già un grande
obiettivo.
Che consiglio
daresti a ai giovani artisti?
Di lavorare
tanto, di investire su se stessi tutte le proprie energie e di non aver paura
del tempo, le carriere solide si basano su percorsi lungi e costanti, non su
exploit. Anche se oggi il mondo va velocissimo e bisogna stargli dietro, si può anche provare a rallentarlo.
Quali sono i
tuoi prossimi impegni? Realizzerai delle mostre?
Proprio il 22
aprile quando andrà in scena il Macbeth, la galleria Thomas Brambilla di
Bergamo presenterà a Art Brussels alcuni miei nuovi lavori. A maggio durante l’
Art Date di Bergamo, esporrò in una mostra collettiva curata da Stefano
Raimondi e, attualmente, sto lavorando con un altro artista Edoardo Piermattei
per un progetto monumentale che inizierà
a fine estate: ridipingeremo gli interni e gli esterni di un’ intera
chiesa nel vercellese e sarà qualcosa di grandioso.
Ezia
Di Capua Curatore dell’Associazione Coro Lirico La Spezia e dell’Evento
TUTTE E INTERVISTE AL CAST a cura di Ezia
Di Capua
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ANGELICA FRASSETTO
MARZIO GIOSSI
STEFANIA SPAGGIARI
GIUSEPPE
RAIMONDO
COMUNICATO STAMPA PUBBLICATO ON LINE A CURA DI EZIA DI CAPUA
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EDC
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