Sezione - Concerti - CORO LIRICO LA SPEZIA
Sala CarGià
Vi Invita all'Opera
CORO LIRICO LA SPEZIA
Soprano Primo:Ezia Di Capua,Monica Faretra,Alessandra Candido, Carmen Venturini, Katia Murtas,Linda Dal Degan, Gaetana Veneri,Valentina Marconi, Estaer Impinna, Lia Formentini,
Antonella Mezzani
Antonella Mezzani
Soprano Secondo:Luana Cossa, Roberta Lodola, Sandra Picasso
Mezzo Soprano: Tiziana Biagini, Debora Bellante, Laila Ciardelli, Federica Cecchi
Contralto: Alice Gozzi, Alessandra Telese, Roberta Borrini, Sara Menini
Tenore Primo: Gianni Tridente , Salvatore Lauria, Renato Bruschi, Gioacchino Colasanto,
Tenore Secondo: Claudio Cardinali, Federico Favilli.
Baritono: Gennaro De Luca
Basso: Paolo Tonelli, Vincenzo Di Meo, Luigi Vergassola, Francesco Menghini
L'ELISIR D'AMORE di Gaetano Donizetti
ATTO
PRIMO Un villaggio nei Paesi Baschi verso la fine del XVIII secolo.
Nell’aia antistante la fattoria della ricca e capricciosa fittavola Adina, i
mietitori si stanno riposando dopo il lavoro nei campi. Adina, seduta in
disparte, legge la storia di Tristano e Isotta; la osserva perdutamente
innamorato Nemorino, un contadino giovane, povero e timido. Su invito dei
presenti, Adina legge ad alta voce come Tristano riuscì a far innamorare la
bella Isotta con un filtro magico. Improvvisamente si ode un rullo di tamburi:
sopraggiunge Belcore, sergente della guarnigione di stanza nel villaggio, alla
ricerca di soldati per il suo reggimento; con spavalda sicurezza, egli
corteggia Adina proponendole addirittura il matrimonio. Questa, per suo conto,
si preoccupa solo di far capire a Nemorino quanto il proprio cuore sia volubile
ed incostante. Il suono di una tromba annuncia l’arrivo del dottor Dulcamara,
un ciarlatano che enumera a gran voce i propri poteri taumaturgici destando
l’interesse degli ingenui contadini. Uno di essi, in particolare, è fortemente
attratto dalle promesse di Dulcamara: è proprio Nemorino, che gli chiede se fra
le sue miracolose pozioni egli abbia anche il magico elisir d’amore della
regina Isotta. Intuitane l’ingenuità, Dulcamara gli rifila una bottiglia di
Bordeaux al prezzo di uno zecchino (tutto ciò che Nemorino possiede)
avvertendolo però che l’effetto desiderato sopraggiungerà solo ventiquattr’ore
dopo la somministrazione: giusto il tempo necessario al ciarlatano per far
fagotto e allontanarsi dal villaggio. Fiducioso nel potere magico appena
conquistato, Nemorino inizia a sorseggiarne non piccole dosi, divenendo assai
presto euforico e acquistando fiducia e sicurezza, al punto da mostrarsi
indifferente ad Adina che, per il nuovo atteggiamento del già sospiroso e
romantico spasimante, appare ora piuttosto sconcertata e stizzita. Tale è il
desiderio di rivalsa della donna, che su due piedi ella decide di accettare la
proposta matrimoniale di Belcore, proponendo che le nozze abbiano luogo la sera
stessa (essendo prefissata per l’indomani la partenza del sergente). Nemorino,
certo della virtù dell’elisir quanto ben consapevole della necessità di
ventiquattr’ore perché abbia effetto, prega Adina di rimandare le nozze d’un
giorno; ma quest’ultima lo deride e si avvia con Belcore, mentre lo smanioso
Nemorino viene dileggiato da tutti i presenti.
ATTO
SECONDO Mentre nella fattoria fervono i preparativi per le nozze,
Dulcamara e Adina intrattengono i presenti cantando una barcarola; giunge il
notaio, col contratto nuziale da far sottoscrivere agli sposi, ma Adina
dichiara di volerlo firmare solo la sera, in presenza di Nemorino, per
celebrare così la propria vendetta. Per parte sua Nemorino è disperato:
l’elisir non produce infatti ancora effetto; inoltre, avendo speso tutti i
propri averi, egli non è in grado di acquistarne una nuova bottiglia. Sfrut-
tando la situazione, e col non secondario proposito di toglierselo di torno,
Belcore gli prospetta l’immediato guadagno di venti scudi arruolandosi come
soldato. In verità, per Nemorino le ristrettezze economiche sono già finite,
grazie alla ricca eredità lasciatagli da uno zio appena defunto. Egli tuttavia
non è ancora al corrente del luttuoso evento familiare, conosciuto invece dalle
ragazze del villaggio grazie alla solerte contadina Giannetta: cosicché
interpreta l’improvvisa attenzione delle giovani come l’effetto sicuro
dell’elisir (fatto che sconcerta non poco lo stesso Dulcamara). Nemmeno Adina è
a conoscenza del mutamento di fortuna intervenuto a favore di Nemorino e
tradisce il suo affetto verso di lui mostrandosi gelosa; Dulcamara le racconta
di aver venduto l’elisir a Nemorino, dal quale ella deduce d’esser riamata. La
stessa consapevolezza matura anche in Nemorino che, mentre le ragazze lo corteggiavano,
ha creduto di scorgere una lacrima sul viso di Adina. È Adina stessa a
riacquistare il contratto di arruolamento da Belcore, e a restituire con questo
la libertà a Nemorino; ma sulla via alla felicità, che sembrerebbe ormai
spianata, rimane ancora un ostacolo, quello dell’orgoglio. Sulle prime,
infatti, Adina appare ancora riluttante e non confessa esplicitamente a
Nemorino il proprio amore; è necessaria una scenata del giovane – pronto ad
abbandonare tutto e a partir soldato di fronte al frettoloso e puntiglioso
congedo di Adina – perché quest’ultima decida finalmente di aprire il proprio
cuore. La gioia dei due innamorati è immensa, quanto lo scorno di Belcore. Dal
canto suo, Dulcamara celebra con fierezza la straordinaria efficacia dell’elisir
mentre, dulcis in fundo, Nemorino apprende d’esser divenuto l’uomo più ricco
del villaggio.
....con Veio Torcigliani
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