Sezione - Concerti - OPERA LIRICA - CORO LIRICO LA SPEZIA
SALA CULTURALE CARGIA'
VI INVITA ALL'OPERA
Tosca – Melodramma in tre atti di Giacomo
Puccini
Teatro Civico di La
Spezia
Mercoledì 13 Maggio 2015
Ore 21:00
Mercoledì 13 Maggio alle ore 21.00, al Teatro Civico di La
Spezia , l’Associazione Coro Lirico La Spezia metterà in scena
Tosca, melodramma in tre atti di Giacomo Puccini su libretto di Luigi Illica e
Giuseppe Giacosa, a più di un secolo dalla prima assoluta del 14 gennaio 1900 al Teatro
Costanzi di Roma.
L’opera si avvale di un cast prestigioso
nel quale primeggerà, il soprano spezzino Cristina Martufi che ci
donerà con la sua straordinaria voce una Tosca indimenticabile. Davvero di nota anche le voci preziose del tenore Roberto Cresca
e del baritono Sergio Bologna interpreti
di Mario Caravadossi e del Barone Scarpia. Due voci importanti che hanno
raccolto successi di pubblico e critica in un percorso artistico applaudito in Italia e all’estero, ambedue vincitori di importanti
concorsi.
L’Associazione Coro Lirico La Spezia il cui direttore è
Kentaro Kitaya, mostra attraverso la produzione di “Tosca” il suo talento
vocale, recitativo e organizzativo. Un grande lavoro per un grande risultato
che ha richiesto grande impegno e grandi capacità per confermare il progetto
che il Coro Lirico La Spezia
coltiva da sempre: far conoscere ai giovani l’opera e diffondere la cultura del
bel canto, arricchendo e restituendo alla città
un patrimonio culturale che storicamente è già stato suo.
Dirigerà
la prestigiosa orchestra “Giacomo Puccini “ il Direttore Massimiliano Piccioli,
considerato tra i più eminenti direttori d’orchestra del panorama nazionale.
Regia
è firmata da Etrusco Catozzi. La scenografia è stata realizzata dall’Istituto
Cardarelli di La Spezia ,
una parte dei costumi è stata realizzata dall’Istituto Einaudi Chiodo.
L’Opera è patrocinata dal Comune della
Spezia, da Sala Culturale CarGià di San Terenzo, in collaborazione con l’Associazione
Culturale “Puccini in the Word” coordinatrice Dott.ssa Giovanna Capuano e Telethon.
Si ringraziano tutti gli Sponsor.
Ezia Di Capua - Curatore dell'evento
Si ringraziano tutti gli Sponsor.
Ezia Di Capua - Curatore dell'evento
PREVENDITA
TEATRO CIVICO DI LA SPEZIA TEL.: 0187 757075
TEATRO CIVICO DI LA SPEZIA TEL.: 0187 757075
COMUNICATO STAMPA a cura di Ezia Di Capua
Pubblicato nei quotidiani on line:CLICCA SUI LINK PER LEGGERE GLI ARTICOLI
CITTA' DELLA SPEZIA
http://www.cittadellaspezia.com/La-Spezia/Cultura-e-Spettacolo/La-magia-della-Tosca-mercoledi-al-181679.aspx
LA SPEZIA OGGI
http://www.laspeziaoggi.it/news/2015/05/la-tosca-al-teatro-civico-con-il-coro-lirico-la-spezia/
LA GAZZETTA DELLA SPEZIA
http://www.gazzettadellaspezia.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=36076:il-coro-lirico-la-spezia-porta-la-tosca-al-civico&Itemid=10004
CRONACA 4
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Tosca di Giacomo Puccini è un’opera degli eccessi. La gelosia di Tosca, l’eroismo repubblicano del suo amato, il pittore Mario Cavaradossi, la cattiveria del Barone Scarpia, capo della polizia: tutto è estremo, in questa vicenda ambientata nella Roma politicamente in subbuglio del 1800. I momenti forti non si contano: la tortura di Cavaradossi e la sua fucilazione in scena; Tosca che, cantante lirica vissuta sempre “d’arte e d’amore” senza far “mai male ad anima viva”, uccide Scarpia, colui davanti a cui “tremava tutta Roma”, congedandosi dal suo cadavere con un rituale tra il macabro e il solenne; il salto nel vuoto di Tosca dai bastioni di Castel Sant’Angelo; la libidine sfrenata di Scarpia.
C’è chi, come Alberto Arbasino,
vede in Tosca una messa in scena
della Crudeltà, il manifesto di un “Teatro della Ferocia” davanti a cui
impallidiscono, secondo lo scrittore, titoli giudicati di solito molto più
perfidi. La storia, del resto, è tratta dal dramma omonimo (1887) di Victorien Sardou, uno specialista del teatro
a tinte forti che andava di moda nella Parigi di fine ‘800.
L’impatto della vicenda è intensificato dalle scelte compositive
di Puccini, che si susseguono con il tempismo di un montaggio cinematografico:
melodie di sicuro effetto (“Vissi d’arte”, “Recondita armonia”, “E lucevan le
stelle”), armonie inaspettate, colori timbrici di densità pittorica.
Ultimo rappresentante di cinque generazioni di musicisti in due
secoli (XVIII-XIX) che s'estinsero con lui, raggiungendo i vertici dell'arte e
la fama mondiale, Puccini intraprese gli studi musicali, dopo quelli classici,
nel 1874 all'istituto musicale «Pacini» di Lucca, sotto la guida dello zio,
Fortunato Magi, ma fu con Carlo Angeloni, già maestro anche dell'altro grande
lucchese, Catalani, che poté studiare i primi spartiti, fra cui molte opere di
Verdi. Dopo un precoce esperimento nel genere sinfonico (Preludio a
orchestra in Mi minore-maggiore, 1876) ottenne presto il primo successo
col mottetto Plaudite populi(1877) e un Credo, eseguiti nella
ricorrenza di San Paolino, patrono di Lucca, il 12 luglio 1878, tanto che in
occasione del saggio di diploma, due anni dopo, incorporò
il Credo nella Messa a quattro voci con orchestra.
Il Capriccio è un brano di rispettabili proporzioni per grande orchestra vicino alla forma del poema sinfonico e dimostra che Puccini era capace d'ingegnosità formali e di un'inventiva timbrica sconosciute agli operisti che trattarono il genere descrittivo. Ma è più interessante il Preludio, basato su un'estrema concentrazione del materiale, in cui è palese, nella sonorità incorporea dell'inizio, il richiamo al preludio del Lohengrin. Peraltro la migliore composizione di Puccini, al di fuori della produzione operistica, è senza dubbio la Messa a quattro voci con orchestra. I brani dell'ordinario liturgico hanno sempre acceso la fantasia degli operisti, i quali vi hanno individuato un evidente principio rappresentativo (e si pensi alla Messa da requiem di Verdi). In questa prospettiva vanno valutati l'attacco marziale del Gloria com'anche il tema iniziale del Credo, tuttavia non mancano alcune caratteristiche specifiche dello stile sacro, come all'inizio del Kyrie, caratterizzato da un elegante contrappunto corale a quattro parti in stile osservato. L'opera è piena di spunti rilevanti, in un arco di situazioni che passa dall'intensa drammaticità del Credo alla fatua eleganza dell'Agnus Dei, ed è sempre sorretta dall'orchestra, che qui ha un'autonomia più marcata rispetto gli usi del tempo. Nella Messa si rivela tutta la fantasia di un giovane di talento che, traendo partito da una grande e vitale tradizione familiare, seppe superarne i condizionamenti provinciali, creando i presupposti utili a sviluppare il naturale istinto per l'opera. La tecnica ragguardevole che dimostrò in quest'occasione è davvero la premessa di un futuro in cui il lavoro sull'affinamento del linguaggio avrebbe giocato un ruolo fondamentale per la realizzazione dell'effetto teatrale.
Biografia di Giacomo Puccini
Viste le doti non comuni sin qui dimostrate, Puccini fu mandato a perfezionarsi
al Conservatorio di Milano, capitale dello spettacolo nell'Italia d'allora,
grazie ad una piccola borsa cui s'aggiunse una modesta rendita concessagli
dallo zio, Nicolao Cerù. Lì ritrovò Alfredo Catalani, che aveva colto i primi
successi, e per suo tramite entrò in contatto con l'ambiente della
Scapigliatura milanese, fra cui spiccavano Boito, Faccio, Marco Praga e molti
altri intellettuali di primo piano del tempo.
Nei primi tre anni milanesi (1880-1883) Puccini raccolse tutti gli elementi in grado d'assicurargli un futuro: nell'insegnamento dell'affermato operista Ponchielli, subentrato dopo un mese al suo primo maestro Bazzini (apprezzato in campo sinfonico e violinista rinomato), cercò soprattutto d'imparare ilcoup de théâtre, dote di cui avrebbe fatto sfoggio in numerose circostanze; da Amintore Galli, docente di storia e filosofia della musica, apprese i principi fondamentali dell'estetica wagneriana in rapporto alla tecnica armonica; infine, tramite gli spettacoli cui assistette alla Scala e nei teatri minori - quasi tutte le opere maggiori di Bizet, Gounod, Thomas - stabilì subito quel filo diretto col mondo francese che sarebbe divenuto uno dei tratti distintivi della sua sensibilità.
Da studente compose un Preludio sinfonico in La maggiore nel 1882, e l'anno successivo il Capriccio sinfonico, come saggio di diploma, che Franco Faccio, il più celebre direttore italiano, eseguì, alla guida dell'orchestra del Conservatorio, il 14 luglio 1883, e propose altre due volte a Torino nell'anno successivo. Il lavoro di Puccini ebbe un successo notevole, e piacque molto al critico Filippo Filippi, in prima fila fra i sostenitori in Italia della musica sinfonica e lirica del romanticismo tedesco.
Nei primi tre anni milanesi (1880-1883) Puccini raccolse tutti gli elementi in grado d'assicurargli un futuro: nell'insegnamento dell'affermato operista Ponchielli, subentrato dopo un mese al suo primo maestro Bazzini (apprezzato in campo sinfonico e violinista rinomato), cercò soprattutto d'imparare ilcoup de théâtre, dote di cui avrebbe fatto sfoggio in numerose circostanze; da Amintore Galli, docente di storia e filosofia della musica, apprese i principi fondamentali dell'estetica wagneriana in rapporto alla tecnica armonica; infine, tramite gli spettacoli cui assistette alla Scala e nei teatri minori - quasi tutte le opere maggiori di Bizet, Gounod, Thomas - stabilì subito quel filo diretto col mondo francese che sarebbe divenuto uno dei tratti distintivi della sua sensibilità.
Da studente compose un Preludio sinfonico in La maggiore nel 1882, e l'anno successivo il Capriccio sinfonico, come saggio di diploma, che Franco Faccio, il più celebre direttore italiano, eseguì, alla guida dell'orchestra del Conservatorio, il 14 luglio 1883, e propose altre due volte a Torino nell'anno successivo. Il lavoro di Puccini ebbe un successo notevole, e piacque molto al critico Filippo Filippi, in prima fila fra i sostenitori in Italia della musica sinfonica e lirica del romanticismo tedesco.
Il Capriccio è un brano di rispettabili proporzioni per grande orchestra vicino alla forma del poema sinfonico e dimostra che Puccini era capace d'ingegnosità formali e di un'inventiva timbrica sconosciute agli operisti che trattarono il genere descrittivo. Ma è più interessante il Preludio, basato su un'estrema concentrazione del materiale, in cui è palese, nella sonorità incorporea dell'inizio, il richiamo al preludio del Lohengrin. Peraltro la migliore composizione di Puccini, al di fuori della produzione operistica, è senza dubbio la Messa a quattro voci con orchestra. I brani dell'ordinario liturgico hanno sempre acceso la fantasia degli operisti, i quali vi hanno individuato un evidente principio rappresentativo (e si pensi alla Messa da requiem di Verdi). In questa prospettiva vanno valutati l'attacco marziale del Gloria com'anche il tema iniziale del Credo, tuttavia non mancano alcune caratteristiche specifiche dello stile sacro, come all'inizio del Kyrie, caratterizzato da un elegante contrappunto corale a quattro parti in stile osservato. L'opera è piena di spunti rilevanti, in un arco di situazioni che passa dall'intensa drammaticità del Credo alla fatua eleganza dell'Agnus Dei, ed è sempre sorretta dall'orchestra, che qui ha un'autonomia più marcata rispetto gli usi del tempo. Nella Messa si rivela tutta la fantasia di un giovane di talento che, traendo partito da una grande e vitale tradizione familiare, seppe superarne i condizionamenti provinciali, creando i presupposti utili a sviluppare il naturale istinto per l'opera. La tecnica ragguardevole che dimostrò in quest'occasione è davvero la premessa di un futuro in cui il lavoro sull'affinamento del linguaggio avrebbe giocato un ruolo fondamentale per la realizzazione dell'effetto teatrale.
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