Sezione - Mostre
Omaggio
al pittore Giovanni Cosenza
La sezione spezzina dell’Unione
Cattolica Artisti Italiani, con la mostra retrospettiva del pittore Giovanni
Cosenza (1925-2013) visitabile da Mercoledì 18 febbraio (inaugurazione alle ore
17.00) sino al prossimo 3 marzo (da Martedì a Sabato: ore 17.30-19.30), prosegue l’obiettivo di valorizzare esperienze
artistiche del nostro territorio degne di attenzione e non sempre adeguatamente
conosciute. L’esposizione allestita nella sede del Circolo Culturale “A.Del
Santo (via Don Minzoni, 62) è dedicata, infatti, ad un pittore esigente e
meticoloso che s’imponeva di perseguire nell’ambito dell’espressività
figurativa un percorso tutt’altro che convenzionale.
Nato a Castellammare di Stabia (NA), ma
già alla Spezia nel 1928 a
seguito del trasferimento del padre, maresciallo della Marina Militare, Cosenza
ha rivelato in giovanissima età la propensione per il disegno, in seguito
positivamente affiancato alla pittura ad olio e alle impegnative tecniche
calcografiche. Discrezione e riservatezza hanno caratterizzato la sua persona.
Precisa il figlio Marco che suo padre “iniziata la vita lavorativa ha
continuato silenziosamente, con zelo appassionato, con amore e dedizione quasi
assoluta, ad esprimere mediante l’arte, il suo originalissimo modo, a volte
quasi bizzarro a volte drammatico, di percepire il mondo e l’umanità nella sua
interezza”.
La sua ricerca è associabile al
complesso spaccato del Surrealismo e si è sviluppata in dipinti, disegni e in
cicli di incisioni che rendono esplicito il suo universo affollato di metafore
e di associazioni simboliche. Non sfugge l’importanza attribuita dal pittore al
pensiero, quale fonte principale del suo ricco e convincente repertorio di
immagini, tecnicamente ineccepibili.
Attraverso il disegno, frutto di
costante disciplina mentale, Cosenza ha trovato le migliori risposte alle sue
necessità compositive ed espressive, assegnandogli, al pari di celebri studiosi
del lontano passato, una particolare aristocrazia nel più ampio contesto della
storia dell’arte. In disegni qualitativamente esemplari, caratterizzati
dall’elegante tratteggio, ha di volta in volta concretizzato un progetto
creativo decisamente colto, scandito da un’inedita figurazione scaturita
dall’incontro del visibile con l’invisibile. Non a caso Ferruccio Battolini,
già nel 1982, lo ha definito con parole appropriate “un artista che progetta
sognando”.
È una sensazione che unitamente alla capacità
di concentrazione e alla ricchezza d’inventiva si coglie nell’ordinato
repertorio grafico di Cosenza, disseminato di ironia e di un naturale sfondo
narrativo. Dallo sguardo non
neutrale sulla società non sono sfuggite a Cosenza altrettante situazioni problematiche,
che egli ha interpretato graficamente confermando che il mondo è ben diverso da
quello che si manifesta. È stato un uomo che credeva nell’importanza
dell’amore, testimoniato nella vita familiare e nei rapporti sociali e soffriva
le situazioni di disagio, d’ingiustizia ed anche di degrado, purtroppo, diffuse
nel mondo.
Nonostante ciò il critico Mario Cagetti
traeva la convinzione che Cosenza “non era pessimista
come, forse, appariva. La speranza - ha scritto - può attendere alla svolta
della via. L'uomo è sempre il centro dell'universo”.
Un dovizioso capitolo della pittura di
Cosenza riguarda l’arte sacra, avvicinata con sommo interesse e con esiti
altrettanto significativi. È suo il maestoso “Crocifisso” realizzato nel 1972 per
la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo a Pegazzano (replica
dell’analogo “Crocifisso” in San Damiano
ad Assisi). Sul retro dello stesso si ammira la “Madonna dell’Acquasanta” (poco
conosciuta per la sua posizione). Sempre di Cosenza sono il bellissimo “Stendardo”
raffigurante la storica icona di San Michele Arcangelo e la tela che richiama
l’apparizione della Madonna al pastore Benedetto Pareto, esposta in una bacheca
presso il Santuario della Madonna della Guardia del Vignale.
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