Sezione - Mostre
Opera di Sergio Tedoldi |
comprendente diciassette lavori, tra dipinti, grafiche, fotografie e sculture di Fernando Andolcetti, Cosimo Cimino, Alfredo Coquio, Silvia Garzonotti, Gloria Giuliano, Giuseppe Gusinu, Sergio Maucci, Francesco Plastina, Giorgio Plastina, Fabrizio Mismas, Franca Molignani, Pier Luigi Morelli, Franca Puliti, Igo Salvatori, Antonio Russo Trani, Sergio Tedoldi e Francesco Vaccarone.
Nella storia dell’arte
tantissimi pittori, tra cui celebri maestri, hanno eseguito ritratti di ottima
fattura, veri e propri documenti d’identità con funzioni sia celebrative che
documentarie. Nel Rinascimento, per stabilire un termine iniziale, il ritratto,
ad esempio, viene interpretato come
simbolo di alta dignità e, non diversamente, l’autoritratto rappresenta
l’affermazione sociale dell’artista. Così, durante il XVII e XVIII secolo, il
ritratto continua ad avere molta considerazione con le immagini anche di gente socialmente
emarginata, al centro del capitolo del Realismo.
I pittori impressionisti
accentueranno nei ritratti l’importanza della luminosità. Dette differenze si
coglieranno soprattutto negli artisti del XX secolo che in vario modo hanno
privilegiato l’indagine introspettiva al mero aspetto esteriore del soggetto.
In tal modo si va affermando quella libertà creativa che caratterizzerà i vari
capitoli delle avanguardie storiche, nonché la vivace stagione dei decenni
post-bellici, durante i quali non è trascurabile il preponderante ruolo assunto
dalla fotografia. Ritrarre è un esercizio certamente impegnativo e l’artista, è
una considerazione che raccoglie diffuso consenso, rappresenta sempre qualcosa
di se stesso nel ritratto dell’altro”.
Opera di Silvia Garzanotti |
Nella collettiva visitabile sino al 28 febbraio
p.v. (da lunedì a sabato, dalle 17.00 alle 19.00) emerge come ciascun espositore abbia dotato di
autenticità i propri lavori, indugiando o meno sui dettagli dei volti e
coniugando la realtà con l’apporto della fantasia. La somiglianza è stata
palesemente perseguita, attenuata di proposito ed altre volte apertamente
svincolata da regole rigide.
Fernando Andolcetti ha dato rilievo su uno spartito
musicale al profilo del compositore Johann Sebastian Bach; Cosimo Cimino ha,
invece, esaltato la non bellezza di un curioso, stravagante e simpatico
personaggio; Alfredo Coquio ha confermato nel “Cattedratico” l’impianto
astratto della sua scultura che convive con morbide linee sinuose. Il
magistrale contrasto fra luce e ombra inonda il pensoso autoritratto di Silvia
Garzonotti, mentre Gloria Giuliano ha rilanciato il respiro futurista della sua
dinamica pittura. Nella luminosità del suo dipinto Giuseppe Gusinu ha celebrato
l’inesauribile vigore del colore e nell’autoritratto che Sergio Maucci si è
riservato ha dato prevalenza alla resa fisiognomica. Lo scultore Fabrizio
Mismas ha modellato con avvertibile leggerezza il corpo di una longilinea e
altera indossatrice e la collega Franca Molignani non si è concessa virtuosismi
nella persuasiva terracotta intitolata “Il figlio”. Francesco Plastina nel
solare ritratto della moglie e Giorgio Plastina in quello gioioso della figlia
hanno onorato la consolidata opzione per la pittura figurativa. Pier Luigi
Morelli ha prediletto appropriarsi delle suggestioni del binomio
realtà-immaginazione, efficacemente sviluppato anche nella colta visionarietà
di Franca Puliti. L’obiettivo del fotografo Igo Salvadori ha sorpreso in
Bolivia una commovente maternità; l’ingegnosità di Antonio Russo Trani traspare
nell’amatissimo Pinocchio, argutamente ricostruito con vari oggetti. Non
sfugge, infine, la risoluta espressività rivelata dal ritratto dedicato da Sergio Tedoldi a
“Billy Budd” e il tratto mai titubante di Francesco Vaccarone nel delineare il
viso essenziale e sofferente del poeta Ezra Pound.
Nessun commento:
Posta un commento