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Luca Bini |
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Luca
torni ad esporre per la quarta volta in Sala CarGià con “ Live to
tell “ mostra fotografica anche sintesi dei tuoi momenti di solitudine creativa. La mostra verrà
inaugurata domenica 07 agosto ed èinserita nel progetto di Promozione d'arte, cultura e
spettacolo di Sala Culturale CarGià 2023 che ha il patrocinio della
Regione Liguria, del Comune di Lerici, della Proloco di San Terenzo e
di Sala Culturale CarGià. Nella mostra, che terminerà mercoledì 16
agosto “, la terra, il mare, le stagioni, la natura, angoli
preziosi del nostro territorio e, specialmente di San Terenzo, sono
al centro del tuo diario visivo, in una connessione più visibile che
mai. Pensi
che le tue fotografie, abbiano un linguaggio universalmente
comprensibile?. - "Sì,
gli scatti che ho selezionato per la mostra in Sala CarGià, sono per
lo più dedicati alla
fotografia
paesaggistica che è un genere fotografico che ritrae il
paesaggio naturale o urbano. Forse il genere più frequentato sia dai
fotografi amatoriali che professionisti. All'apparenza banale
richiede impegno e conoscenze per ottenere risultati apprezzabili.
Sono
scatti
dedicati
alla natura del luogo che amo e dove vivo. In ”live
to Tell” tutto è universalmente comprensibile, in questa mostra
nulla è artificiale, è un viaggio in purezza nella verità della
bellezza Un lungo racconto panoramico nella dimensione del
paesaggio del nostro territorio, che è davvero straordinario,
magnifico per me. Adoro fotografarlo per ammirarlo, ricordarlo e
farlo conoscere".
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- L’arte fotografica è stata definita da Italo Calvino come
lo strumento che ha la capacità di condensare il mondo in
un’immagine. Attraverso le tue foto intendi catturare ”L’anima
della Natura ”? - "In
tutto quello che fotografo cerco di estrarre l'essenza, ogni soggetto
comunica in modo diverso e cerco di descriverlo al meglio. Cerco di
catturare la luce giusta, per ottenere il risultato migliore ma, sono
spontaneo nello scattare. La
fotografia è un mezzo di comunicazione paragonabile alla pittura per
molti aspetti. Già nel
1866 la fotografia viene dichiarata "Arte
pittorica" da Peter Henry Emerson e, proprio per
girare intorno all'arte a 360° mi dedico anche all'esercizio della
pittura, del disegno, mi piace sperimentare, indagare, mettermi alla
prova"
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- In un saggio di Calvino intitolato “La sfida dell’immagine”,
lo scrittore sostiene che la fotografia e la pratica
narrativa non sono solo due modi diversi di descrivere il reale, ma
anche strumenti complementari che possono, a modo loro, addentrarsi
in certe complessità umane. Qual' è
la tua sfida? Che cosa vuoi ottenere dall'immagine? - "In
un mondo ormai certamente dominato dalla fotografia digitale, in
questo ultimo periodo, sono ritornato alla fotografia classica non è
una sfida ma un cercare nell'immagine qualcosa di nuovo ancora da
scoprire per ottenere scatti sempre più unici ed emozionanti
e anche sofisticati.
Nella fotografia analogica c'è un coinvolgimento più immaginativo e
progettuale. La
mia visione della fotografia è fondata su alcuni semplici parole:
memoria, emozione ed intuizione, per ultimo ma non ultimo metto il
cuore".
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- Calvino però ci racconta anche di un’altra qualità, forse meno
evidente, della fotografia: la leggerezza di adagiarsi sulle cose.
Per Calvino, la leggerezza è profondamente legata alla fluidità, ed
è una delle sei qualità fondamentali descritte nelle sue “Lezioni
americane”. La leggerezza non è assolutamente superficialità, ma
capacità di muoversi liberamente e di trasformarsi. Che
emozione ricevi immortalando un attimo che diventa eterno ? Come vedi
la tua fotografia tra 10 anni? - "Catturare
fotograficamente una situazione mi dona una forte emozione. Sì,
quello scatto è e rimane unico immortale mi riempie di gioia e mi dà
forza per continuare il mio cammino artistico fotografico. Tra 10
anni? Ci saranno evoluzioni straordinarie nella tecnologia ma,
guarderò le mie prime foto con gli stessi occhi che hanno inquadrato
il soggetto nel momento in cui le ho scattate, avranno sempre un
valore grande per me, il valore della memoria, angolo del cuore, in
più con il passare degli anni, avranno acquisito il valore dato dal
tempo trascorso, e
saranno pronte per
passare alla storia".
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– Sempre per Calvino, la leggerezza è quella capacità di trovare
un equilibrio, attraverso la narrazione per immagini, tra
l’attenzione ai cambiamenti sociali, e sociologici, e il godimento
della vita stessa. È il tentativo, mediante la fotografia, di
trovare una sorta di pace nel mezzo del caos esistenziale, il
bilanciamento tra il bisogno di essere a pieno nella storia e il
desiderio incessante di sperimentare. Che
posto ha la fotografia nella tua vita? - "Nella
mia vita la fotografia è essenziale, è il mio mondo, il mio modo di
comunicare con gli Altri, la mia passione il mio tempo, la mia
seconda lingua
Non
è per nulla semplice per me descrivere cosa c'è dietro
l’occhio di un fotografo e riuscire a descrivere cosa comanda
le mani e lo sguardo durante l’inquadratura e lo scatto. Trovo che
già questo nasconda qualcosa di magico e sia in parte ragione della
mia ricerca e passione".
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- Il trionfo della natura, si trova in tutte le tue opere, che
spiritualizzi in un racconto fortemente emotivo di intima riflessione
che ci cattura. Possiamo davvero dire che l’uomo incontra il
paesaggio nelle tue fotografie in un colloquio costante con la
natura che suscita emozione e particolare interesse aprendo
un’incantevole poetica da cui ne scaturisce un’interpretativa di
grande analisi e di viva consapevolezza. Nonostante
tu descriva spesso un territorio naturalmente bello non ti lasci
ammaliare dal paesaggio e focalizzi l’attenzione dei tuoi scatti
anche sul contesto sociale. Non c’è tempo di contemplare il
paesaggio di fronte ad una realtà difficile e conflittuale. Esso
resta sfondo. Pensi
che la tua fotografia sia uno strumento potente per raccontare la
società e la realtà della nostra epoca? - "Una
foto più è sincera, immediata più comunica, non ho usato filtri
per le foto presenti in questa mostra che mi piace definire cruda
perchè propongo quello che ho scattato così, come la luce mi ha
fatto vedere, per sviluppare questo tema descrittivo di “
Live to tell “ tutto dedicato alla bellezza di questo angolo
bellissimo del Golfo dei Poeti. Spero
che il mio messaggio arrivi e sia compreso, l' obiettivo principale è
di portare la bellezza del nostro Golfo in mostra, la scelta non è
banale perchè spesso non si riesce più ad apprezzare appieno ciò
che quotidianamente ci circonda. Mi piace documentare tutto quello
che osservo e vivo in questo mio tempo ma, è tema della mia ricerca
fotografica anche ciò, che di questa società e realtà spesso non
apprezzo. Un
mio sogno piccolo piccolo? Essere un grande fotografo di grandi
eventi, di grandi storie, di grandi uomini e donne, e così poterli
conoscere e , raccontare attraverso le immagini fotografiche".
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Da anni crei affascinanti foto mettendo al centro il corpo umano
nudo, spesso divieni protagonista delle tue foto proprio con il tuo
corpo. Tra corpo e anima vige un rapporto materia-forma, come se
l’anima fosse la vera forma del corpo”, il pensiero di
Aristotele rispecchia quello che era il ruolo del corpo
umano nell’arte classica, lo scultore si concentrava sulle
sembianze umane cercando di restituirne realisticamente le forme. Nei
secoli successivi questo approccio è stato spesso replicato. Basta
pensare a Michelangelo nella scultura, o a Mattia Preti nella
pittura, il corpo umano è tornato centrale nei suoi caratteri
formali massimamente con il Barocco – opere come il Ratto
di Proserpina di Gian Lorenzo Bernini ne sono paradigma – e
con il Neoclassicismo, Le tre grazie di Antonio Canova. Descrivi
il corpo in quanto “forma” o in quanto “medium”? In
altre parole nelle tue foto il corpo diviene strumento funzionale a
comunicare messaggi oppure, esprime sensazioni ambientali o sociali ?. - "Il
corpo va oltre l'estetica è comunicazione e nello stesso tempo è
già arte con la sua architettura meravigliosa. Chi ha posato per me
lo ha fatto con grande impegno, cercando di andare oltre al silenzio
fotografico, non è facile trovare modelli desiderosi di affrontare
il delicato linguaggio fotografico del nudo. Questo
genere di fotografia non è affatto facile spesso è fraintesa, la
trovo comunque molto interessante e, sto sperimentando molto
cercando il non detto. Mi piacerebbe fare una mostra tutta dedicata a
questo tema".
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- Il tuo modo di fare fotografia Luca, da un lato recupera il senso
dell’immagine in un’atmosfera intrisa di silenzio e di pace, di
verità all’insegna di un messaggio continuo e immediato di amore
per la vita e per tutto quello che lo circonda dall'altro mette al
centro il corpo, protagonista e soggetto che è presente nel tuo
lavoro di ricerca in maniera radicale. Penso
che questa commistione artistica sia frutto di una ricerca
introspettiva lungo le tue radici interiori ma, è chiaro anche il
desiderio di affrontare una comunicazione universale. Lo
scopo ultimo del tuo lavoro e della tua ricerca, sul mondo dell’eros
è incoraggiare e portare le persone a soddisfare appieno la propria
sessualità, liberando corpo e mente?. - "Sì
ognuno di noi deve essere libero nella sua sessualità e nella vita.
Io non ho nessun tipo di discriminazione ma credo nella libertà di
ciascuno, Sarebbe giusto vivere in una società libera e tranquilla,
purtroppo viviamo un momento storico fortemente complesso difficile
quasi per tutti su talmente tanti piani che non è certo il caso di
approfondire in questa intervista".
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- Si potrebbe dire che le tue foto sono un immenso diario emotivo ?. -"Sì, mi
dedico alla fotografia ogni giorno appena posso, anzi direi che
arricchisco ogni mio giorno con la fotografia. Non riesco a pensarmi
lontano dalla fotografia.Scatto
per raccontare le mie emozioni. Mi piacerebbe tanto se le mie
fotografie riuscissero a trasmettere quello che ho provato nello
scattarle Trovo che il dialogo quotidiano che ho con la fotografia
sia un generatore di energia positiva interiore e, fermare con lo
scatto quella luce, quel vento nei colori del mare, sia davvero un
bellissimo diario emotivo che desidero condividere con l'osservatore".
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- Luca, hai un sassolino nella scarpa?. - "Nell'ambito
fotografico no, non ho proprio nessun sassolino nella scarpa anzi,
per me come ho già fatto intendere, la fotografia è libertà è
vita, è gioia, creatività, astrazione. Per
quanto invece riguarda i rapporti personali non legati all'arte,
invece devo dire che molte persone nel tempo mi hanno deluso in un
momento della mia vita molto delicato a seguito di un grave lutto, la
perdita di mio padre. Perciò ancora oggi spesso per cautela, prendo
prudentemente le distanze dalle persone di cui per istinto non mi
fido troppo. Potendo scegliere, in genere preferisco la compagnia
della mia solitudine e il conforto che trovo nel mio scrivere
fotografico da cui traggo sempre risposte sincere e forza
rigeneratrice".
Testo
dell'intervista di Ezia Di Capua
Sala
CarGià – Galleria d'Arte - San Terenzo - 03 Maggio 2023
SALA
CARGIA' - Progetto di Promozione Arte e Cultura 2023 a cura di Ezia
Di Capua
LE
INTERVISTE DIETRO L'OBIETTIVO
Per
Info: Ezia Di Capua +39 3488964150
LUCA
BINI, fotografo - Intervista
concessa in esclusiva a Sala CarGia' Galleria d'arte utile per la
pubblicazione
nel
BLOG ©
Sala CarGià Blog http://salacargia.blogspot.com,
- ogni diritto è riservato.
SALA
CULTURALE CARGIA’
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TERENZO – SP – ITALY
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Ezia
Di Capua – Miniaturista,
Pittrice, illustratrice,
scrittrice, critico di arti visive. Gallerista
Art
Blogger: ideatrice di © Sala CarGià Blog
http://salacargia.blogspot.com,
sito web vetrina di arte, cultura e spettacolo.
Direttore
e curatore di Sala CarGia' spazio espositivo. Operatore culturale,
Ideatrice e conduttrice di tutti gli eventi artistici e culturali
realizzati per Sala Culturale CarGia' dal 2010 al 2023 nel Golfo dei
Poeti
2012-2023
Curatore progettuale, organizzativo, responsabile della promozione
artistica e comunicazione relativa a concerti lirici e messa in scena
teatrale, in Italia di tredici Opere Liriche e relative repliche, in
costume storico e sostenute da orchestra.
Curatore
del progetto internazionale ideato per stabilire lo scambio culturale
Italia/Giappone e rappresentare, nei teatri di Tokyo e Osaka con cast
nazionale, internazionale e orchestra, la messa in scena dell'Opera
lirica “L'elisir D'amore” di G. Donizetti
Cantante
- registro vocale soprano – Corista lirico 1976-2023. Oltre cento i
concerti al suo attivo. E' nell'organico del Coro Lirico Operistico
Città della Spezia - Ricercatrice archeologica indipendente,
appassionata di semiologia, da anni conduce studi e osservazioni del
territorio nella Lunigiana storica e Appennino Tosco Emiliano, a
riguardo sta scrivendo un libro.
Cell.:
348 8964150 eziadicapua@libero.it